Piccolo mondo, un luogo speciale
Complice una splendida giornata di sole e la scusa di un viaggio di lavoro in una cittadina di mare, mi sono fermata a mangiare in un ristorante assolutamente particolare; l’hotel ristorante Piccolo Mondo, a Follonica.
L’hotel colpisce subito ed incuriosisce i visitatori perché è una costruzione in mezzo al mare, sorretta da palafitte.
La sua storia inizia nel 1962 quando l’imprenditore follonichese Aladino Passini decide di trasformare in albergo-ristorante un pontile che, fino alla seconda guerra mondiale, era servito da attracco per le navi che trasportavano il materiale di lavorazione per le fonderie dell’Ilva, regie fonderie leopoldine ottocentesche, che producevano elementi in ghisa.
La Struttura
L’esterno dell’hotel è in puro stile anni 60 e purtroppo è rimasto tale da allora senza rinnovarsi granché, ma l’interno lascia stupiti per l’eleganza delle apparecchiature e del gusto raffinato con cui è arredato; il bianco delle tovaglie, contrapposto al grigio dei vestisedia, i bicchieri di cristallo, le posate d’argento e la bellissima luce naturale che pervade tutta la sala catturano subito l’attenzione e non la lasciano andare.
Entrando ci ha accolti il maitre Antonio Madormo, figura storica del ristorante, che ci ha fatti accomodare in un tavolo vicino alle grandi finestre che affacciano sull’acqua; è stata una bella emozione mangiare con le onde del mare che passavano sotto di noi e riflettevano i raggi di quella splendida giornata di primavera.
Antonio stesso ci ha seguiti e consigliato i piatti da ordinare e quindi, facendoci guidare da lui, abbiamo ordinato una fantasia di mare come antipasto, una linguina allo scoglio ed un tortello di pesce in salsa all’astice come primo e l’immancabile sorbetto al limone per chiudere il pranzo.
Il Menu
Una piccola entrée composta da un pacchero ripieno di mozzarella e ricotta, impanato e fritto ed adagiato su uno specchio di pomarola al basilico e servito in un piccolissimo cappello del prete, ci ha subito predisposto bene.
L’antipasto era una bellissima tavolozza di colori e profumi, composta da un crostino all’amalfitana con acciuga fresca appena scottata e pomodoro fresco, carpaccio di polpo e rucola, spiedino di salmone marinato agli agrumi con salsa d’arancio, insalata di mare tiepida, barchetta con salsa rosa e gamberetti e con crema di spigola e olive nere.
Il Pesce in ogni sua declinazione
La barchetta di spigola era molto delicata ma un pochino insipida mentre quella con salsa rosa e gamberetti buona ma decisamente demodè..
Il crostino all’amalfitana sapeva di mare con la sua acciuga fresca che si scioglieva in bocca; davvero buono, come buoni sono stati l’insalata di mare e il carpaccio di polpo.
Menzione a parte va dedicata al salmone agli agrumi con salsa d’arancio; tenero, saporito, perfetto equilibrio tra l’aspro, a fatica accennato, della marinatura, il dolce della salsa all’arancio e il retro gusto affumicato del salmone..fantastico! veramente buono, ne avrei mangiato una porzione intera!
Poi sono arrivati i primi.
Le linguine allo scoglio erano servite in un cappello del prete bianco decorato con prezzemolo tritato, ricche di pesce fresco di giornata che stuzzicava l’occhio e l’appetito.
Buonissime, la pasta cotta alla perfezione e i gamberoni si scioglievano in bocca, unica pecca, leggermente troppo salate.
Porzione giusta, presentazione semplice, essenziale ed elegante.
I tortelli all’astice, con un delicato ripieno a base di astice, spigola e aragosta, erano conditi con una salsa rosa fatta con pomodoro e panna e un trito di polpa di astice.
Buoni e saporiti, nonostante il ripieno estremamente delicato, cotti al punto giusto e porzione decisamente abbondante; l’unica pecca la presentazione…non così elegante rispetto allo standard curato e ricercato del ristorante.
Per finire…
Il pranzo si è chiuso con un sorbetto al limone fatto a regola d’arte, con acqua, succo di limoni freschi e limoncello (che a volte il barman sostituisce con la vodka).
Delizioso, fresco, leggero nonostante la presenza del liquore, e molto aromatico con quel vago retrogusto amarognolo che ripulisce la bocca a fine pasto.
Tirando le somme, il pranzo è stato ottimo, la cura dei piatti e la qualità dei cibi rendono onore allo chef Paolo Di Tonto; il maitre, professionale e competente, ci ha coccolati e guidati per mano in questo viaggio tra cibo e mare, e un luogo bello, curato ed elegante, ha fatto da cornice ad una perfetta giornata di sole.
Per le fonti e le foto di esterno ed arredo interno si ringraziano l’hotel ed il sito http://www.piccolomondohotel.it/