Come nasce la mia Torta di Rose integrale alla crema, seguendo il filo dell’amore, in tutte le sue forme.
Prima di lasciarvi la ricetta della Torta di Rose integrale alla crema vi racconto un po’ di amori, perchè anche quelli fanno parte della preparazione per arrivare a ciò che sono ora.
Io, in amore, ho avuto alti e bassi.
Prima di incontrare mio marito non mi ritenevo una persona fortunata in amore ma piuttosto una persona ottimista e innamorata dell’amore, oltre che della vita.
Ho avuto la fortuna di innamorarmi di un ragazzo che, dopo poco, mi ha lasciato per stare con una mia cara amica e che mi ha insegnato quanto è dura fare pace con l’amaro in bocca lasciato dalla delusione di un gesto ignobile, soprattutto quando si è appena adolescenti e ci si affaccia per la prima volta al mondo delle emozioni e dei primi approcci con l’altro sesso.
Ho avuto la fortuna di conoscere la gelosia che mi ha fatto perdere due anni di vita tenendomi chiusa dentro ad una gabbia dorata da cui, appena ne ho avuto la forza, sono scappata a gambe levate.
Ho avuto la fortuna di vivere un fidanzamento lungo, da adolescente, in cui sono stata trattata come l’ultima ruota del carro, lasciata, ripresa e poi io ho lasciato definitivamente.
Ho avuto la fortuna di vivere il mio primo ed unico colpo di fulmine, un amore travolgente che per tre anni mi ha fatto girare la testa come una scheggia impazzita e, allo stesso tempo, mi ha fatto capire cosa veramente non volevo in un uomo che mi stesse accanto per tutta la vita.
Ho avuto la fortuna di vivere un tradimento e di capire, grazie ai miei errori, che tradire una persona che ti ama fa male, ma male davvero, e che da questo dolore non si scappa. Travolge te che hai compiuto il tradimento e soprattutto colui che è stato tradito, privandolo per sempre della fiducia cieca e salda che riponeva in te.
Ho avuto la fortuna di vivere una storia clandestina, in cui la clandestina ero io, e di imparare che la vita è un pò come la legge del contrappasso; ciò che compi oggi ti ritroverai a subirlo domani.
Ho avuto la fortuna di conoscere l’amore maturo per un uomo molto più grande di me che mi ha insegnato che l’amore, per vivere a lungo, deve essere paritario, se non d’età, almeno di emozioni, di intenti e di pensiero. E che il sentirmi bambina in confronto a lui che mi “teneva di conto” come una statuina preziosa nella sua vetrina non mi permetteva di crescere insieme a lui e di far crescere il nostro amore.
Ho avuto la fortuna di conoscere un ragazzo sballottato dalle avversità della vita e dalle tempeste del cuore che, però, credeva ancora nell’amore, quello vero con la A maiuscola, e nel valore della famiglia, con cui ho deciso di fermarmi e costruire la nostra di famiglia. Con un futuro pieno di incertezze, di sogni e di voglia di metterci alla prova, che mi ha dato una figlia curiosa e bellissima che ogni giorno ci ricorda che nella vita non c’è niente che corra veloce più del tempo e che, se non si cerca di vivere intensamente ogni singolo istante, si rischia di invecchiare senza sapere se si è vissuto.
Io, in amore, ho avuto alti e bassi.
Uomini molto diversi tra loro che mi hanno insegnato ognuno una lezione importante; molto diversi ma accumunati da una caratteristica comune: la totale assenza della propensione a regalare rose.
Ebbene si, nessuno di loro, salvo rarissime occasioni, mi ha mai regalato delle rose e così ho imparato a non aspettarmele da qualcun altro, le rose, ma a farmele da sola e l’unico modo che conosco, oltre al dipingerle, è cucinarle.
E una domenica mattina qualunque, una domenica di festa, quella della mamma, mi sono alzata con un pensiero fisso in mente: la festa della mamma è tutti i giorni, 365 giorni l’anno.
Perchè non dedicare a me e alla mia famiglia una coccola speciale, proprio nel giorno in cui, ufficialmente, si festeggiano tutte le mamme del mondo?
E così mi sono messa a “scucchiaiare”, come diceva sempre mia nonna.
Avevo voglia di una torta, che fosse soffice e saporita, magari con la crema pasticcera per accontentare la passione di mio marito per questo dessert e, last but not least, anche bella!
E cosa c’è di meglio di un bel mazzo di rose adagiato su un piatto e ripieno di golosa crema pasticcera?
Risposta facile! Una torta di rose che oltre che bella e buona sia anche sana; ecco come nasce la torta di Rose integrale alla crema.
Le mie rose, le mie bellissime rose che nessun uomo mai mi ha regalato, appena uscite dal forno, calde, fragranti e profumate a riempire il cuore di ricordi e a rallegrare questa domenica di festa dedicata alla famiglia.
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Ingredienti:
PER IL LIEVITINO
50g di farina di grano integrale
10g di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di zucchero
4 cucchiai di acqua tiepida
PER IL PRIMO IMPASTO
150g di farina di farro integrale
200g di farina di grano integrale
80g di zucchero
40g di burro
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
1 uovo
150ml di latte di avena
PER IL SECONDO IMPASTO
4g di lievito secco granulare
1 cucchiano di zucchero
1/2 bicchiere di acqua tiepida
farina di farro integrale quanta ne prende
PER LA CREMA PASTICCERA
4 tuorli
400ml di latte d’avena
40g di farina di grano integrale
140g di zucchero
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
Preparazione:
La preparazione di questa torta richiede molto tempo per la lievitazione degli impasti, a me è volata via quasi una giornata intera, quindi armatevi di pazienza e godetevi il sapore dell’attesa mentre la vostra creaturina cresce.
Lievitino
Iniziate dal lievitino; in un bicchiere mettete l’acqua tiepida, lo zucchero e il lievito di birra, mescolate bene finché il lievito non è completamente sciolto, dopodiché mettete la miscela di acqua, zucchero e lievito in una ciotola piccola e versate a pioggia la farina e impastate finchè non otterete una palletta morbida e omogenea.
Coprite la ciotola e mettete a lievitare fino al raddoppio dell’impasto, servirà almeno un’ora.
A questo punto potete portarvi avanti preparando la crema pasticcera.
Mettete a scaldare in un pentolino il latte e aggiungete l’essenza di vaniglia, appena sfiora il bollore spengete il fuoco.
In una ciotola montate i tuorli con lo zucchero finché non diventano chiari e spumosi e aggiungete la farina a pioggia, avendo cura di mescolare bene senza creare grumi.
Poi aggiungete il latte caldo poco alla volta, continuando a mescolare, in modo che le uova si stemperino piano piano senza stracciarsi.
Quando avete finito di aggiungere il latte ed il composto risulta bello omogeneo, riversate il tutto nello stesso pentolino in cui avete scaldato il latte e rimettete sul fuoco la crema, continuando a girare dolcemente finché non sentite che inizia ad addensarsi.
Non appena la crema avrà raggiunto la consistenza desiderata spengete il fuoco e lasciatela raffreddare.
Primo impasto
Passata l’ora per la lievitazione del lievitino, procedete al primo impasto mettendo la farina nella planetaria, il lievitino al centro, il burro, lo zucchero, l’uovo e la vaniglia ed azionate l’impastatrice.
Via via che l’impasto prende consistenza aggiungete il latte, poco per volta.
Dovrà risultare un impasto liscio, compatto ed omogeneo.
Coprite la ciotola dell’impastatrice e mettetela a lievitare dentro al forno spento con la lucina accesa fino al raddoppio; ci vorranno circa 3-4 ore.
Secondo impasto
Per il secondo impasto sciogliete il lievito nel bicchiere d’acqua tiepida e aggiungete lo zucchero, rimontate la ciotola con il primo impasto nell’impastatrice e aggiungete la miscela di acqua, zucchero e lievito, azionando la macchina a velocità lenta per il primo minuto.
L’impasto diventerà fluido e omogeneo.
Aumentate la velocità della planetaria (media velocità) ed iniziate ad aggiungere la farina di farro integrale un cucchiaio alla volta finché l’impasto diventerà più compatto ed inizierà ad incordare. Quando la massa sarà tutta incordata sganciate di nuovo la ciotola e rimettete a lievitare per altre 3-4 ore, o comunque fino al raddoppio del volume.
Raggiunto il volume ottimale spolverare di farina una spianatoia, rovesciarci sopra l’impasto e fare due giri di pieghe di rinforzo, dopodiché stendere l’impasto con il mattarello e dare la forma di un rettangolo.
Nel frattempo la crema si sarà raffreddata e potete spalmarla il più uniformemente possibile sull’impasto, lasciando il bordo di uno dei lati corti senza farcitura.
Arrotolate l’impasto su se stesso partendo dal lato corto opposto a quello lasciato senza farcitura e formate un rotolo, il più serrato possibile poi tagliatelo a fettone alte 3-4 dita.
Imburrate e infarinate una teglia capiente, sistemate i rotolini in verticale, tentando di lasciare un pochino di spazio tra l’uno e l’altro e rimettete a lievitare nel forno con la lucina accesa.
Dovrebbe bastare un’ora, in ogni caso la torta sarà pronta per la cottura quando i rotoli saranno belli gonfi e attaccati l’uno all’altro.
Infornate in forno statico, già caldo, a 180° per 45 minuti.
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Consigli Utili:
- Gli impasti a base di farine integrali sono più difficili da far lievitare, per questo si fanno varie fasi di impasto e le pieghe di forza, ma sono più forti e resistenti di quelli fatti con farine bianche che, se non sono farine forti tipo la manitoba (che ha una carica glutinica altissima), perdono la lievitazione quando questa si prolunga per varie ore, come nella nostra ricetta.
- La farina che dovrete aggiungere nella fase dell’ultimo impasto dipende dalla vostra capacità di capire quando un impasto è pronto o meno. La massa sarà pronta quando si incorderà, ovvero quando comincerà ad arrampicarsi sul gancio, risalendo su verso l’alto, a quel punto, quando l’impasto sarà tutto incordato, potrà essere lavorato per la farcitura.
- In rete si trovano svariate ricette di torte delle rose, senza lievitino, con un solo impasto, ripiene di crema al burro, marmellata oppure nulla. Questa ricetta con tre impasti è decisamente lunga e laboriosa ma il risultato vi stupirà per la sua morbidezza e, come dice la mia bimba, “sofficiosità”. Questo mazzo di rose sarà profumato, fragrante e morbido come un cuscino e lo potrete consumare sia per la merenda dei vostri bimbi, sia come prima colazione sana e sostanziosa, senza però appesantire troppo.
- Per la forma potete sbizzarrirvi come volete, io ho utilizzato due teglie, una in silicone morbida ed una per ciambellone; il risultato è stato una corona di rose più piccole ed un cuscino di rose compatto e morbidone.